VERUCCHIO a 40 km

La sua doppia natura di città culla dei Malatesta e, parecchi secoli prima, di centro della civiltà Villanoviana unita alla bellezza paesaggistica della Valle del Fiume Marecchia in cui è immersa, Verucchio desta curiosità per l’imponente sasso su cui è appollaiata.

Tra il IX e il VI secolo a.C. fu centro nevralgico della cosiddetta civiltà Villanoviana, si sostiene di origine etrusca. Ricchi reperti sono stati riportati alla luce dalle necropoli scavate attorno al paese, oggi esposti nel Museo Civico Archeologico. La cittadina è anche conosciuta come “culla dei Malatesti” perché qui ebbe inizio, se non la famiglia, certo la potenza dei Malatesta, ad opera di Giovanni della Penna dei Billi (1150-90), detto appunto il Malatesta.

Di impianto medievale e ricca di edifici storici, Verucchio è distesa tra due colline un tempo coronate da poderose rocche sui cui ruderi di una oggi è insediato un convento- e quella del Sasso (Rocca Malatestiana) una delle fortificazioni della Signoria meglio conservate, edificata a dominio del paese e della valle fino al mare Adriatico, è possedimento malatestiano dal XII secolo, le cui tracce più antiche sono visibili nei sotterranei.

Qui nacque Malatesta da Verucchio detto il “Centenario” (1212 -1312), che Dante cita nell’Inferno della sua Commedia come Mastin Vecchio, condottiero e conquistatore di terre e città, poi apprezzato governatore di Rimini  decretando l’espulsione di tutte le famiglie ghibelline rivali. Malatesta per queste vicende è citato da Dante come il “Mastin vecchio” (Inf.XXVII) vv. 46-48), assieme al figlio Malatestino I, il “Mastin nuovo”. Il Sommo Poeta ricorda che i due fecero imprigionare e uccidere nel 1295 Montagna di Parcitadi, capo della fazione ghibellina riminese.

«E il Mastin Vecchio e il Nuovo, che fecer di Montagna il mal governo, là dove soglion fan d’i denti succhio.»

La Signoria svilupperà il suo potere pur mantenendo Verucchio quale presidio strategico e baluardo contro la signoria avversa dei Montefeltro. Anche per questo la Rocca fu ampliata nel 1449 dal più importante dei rappresentanti dei Malatesta, Sigismondo Pandolfo.

A Villa Verucchio, frazione in pianura, si trova il Convento Francescano che la tradizione vuole fondato da San Francesco nel 1213. Nel suo chiostro s’ innalza maestoso un cipresso colossale alto oltre venticinque metri che sarebbe stato originato dal bordone piantato e fatto rinverdire dal Santo stesso

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